Recondita armonia di "bellezze diverse"

Scena lirica (2008/2013)
Testo elaborato sull’omonima scena di Tosca
Commissione di : Ensemble Seicentonovecento (nel centocinquantesimo anniversario pucciniano) | Festival Pucciniano di Torre del Lago 2013
T, B, voci in eco, orchestra. (ca. 8’)

Personaggi / Characters
CAVARADOSSI, pittore - tenore
IL SAGRESTANO, basso (o baritono)
[ LE VOCI IN ECO ], soprano, alto (soli o coro)
Allegati Audio / Video Foto
Le "recondite armonie" di Flavio Colusso
Claudio Strinati

Flavio Colusso nella sua parabola di compositore sta portando sempre più avanti l’istanza di camminare su una molteplicità di direzioni che si intersecano inevitabilmente e fatalmente in una unica via a sua volta diramantesi verso una pluralità di sentieri.
E adesso l’impatto su Giacomo Puccini e sull’idea stessa della “recondita armonia” lo induce a elaborare una partitura in cui il tema fondamentale è proprio quello delle pieghe recondite su cui costruisce il suo discorso lontano da qualunque idea di citazionismo, del tutto estranea alla sua mentalità e alla sua prassi.

In realtà la scrittura di Colusso è qui un vero e proprio dialogo con Puccini di cui vengono assunte una serie di idee che diventano la struttura e la linfa vitale della nuova opera, a cominciare da quel tipo di rapporto sublime con alcuni elementi determinanti da cui scaturisce sia il flusso dell’ispirazione pucciniana sia quello della ispirazione moderna di Colusso.
Già il suono delle campane prediletto da Puccini, così tipicamente “romano”, entra naturalmente nel tessuto elaborato da Colusso quasi che i due maestri si rispondano a distanza, in maniera esplicita e misteriosa nel contempo.
Da questo suono meraviglioso comincia quel processo per cui la musica sembra germogliare pianamente per invadere lo spazio sonoro animandolo della sua stessa presenza e moltiplicando gli echi che si inseguono e ascendono letteralmente verso un cielo che è nel contempo fisico e mentale.

[...] La pittura del Lanfranco sollecita nell’osservatore una sorta di viscerale adesione al proprio linguaggio depurato da qualunque intellettualismo e da qualunque eccesso di riflessione speculativa che pure ne sono a presupposto. E Colusso nella elaborazione del testo musicale è completamente immerso in questa dimensione emotiva e quasi si direbbe viscerale da cui la sua opera scaturisce spontaneamente. Così l’allaccio con Puccini diventa diretto e immediato. La Madonna e Tosca cantano insieme e accanto a frammenti pucciniani, talvolta ben riconoscibili talvolta più segreti, trapelano anche le note solenni e bellissime di tempi ben più antichi come in una eco veramente commovente di un frammento di Arcadelt che viaggia insieme con tutto il resto.
Ed eccole allora le “bellezze diverse” di cui dice Puccini che sono altrettanti spunti a salire verso il cielo della bellezza, tali da creare una vera e propria dinamica temporale su cui procede il discorso musicale complessivo.

[ Le Voci in eco  – Ave Maria gratia plena; Sancta Maria ora pro nobis : Amen. ]

Il Sagrestano    – Angelus Domini nuntiavit Mariae, et concepit de Spiritu Sancto.
                          Ecce ancilla Domini; Fiat mihi secundum verbum tuum
                          Et Verbum caro factum est et habitavit in nobis.

Cavaradossi     – Che fai?

Il Sagrestano    – Recito l’Angelus. ... Sante ampolle! Il suo ritratto!...

Cavaradossi     – Di chi?

Il Sagrestano   – Di quell’ignota che i dì passati a pregar qui venìa, tutta devota e pia...

Cavaradossi    – È vero. E tanto ell’era infervorata nella sua preghiera ch’io ne pinsi, non visto,
                           il bel sembiante.

Il Sagrestano   – (Fuori, Satana, fuori!)

Cavaradossi    – Dammi i colori!
                         Recondita armonia di bellezze diverse!
                         È bruna Floria... l’ardente amante mia!

Il Sagrestano  – (Scherza coi fanti e lascia stare i santi...)

Cavaradossi    – E te, beltade ignota! Cinta di chiome bionde...
                         Tu azzurro hai l’occhio... Tosca ha l’occhio nero...

Il Sagrestano  – (Scherza coi fanti e lascia stare i santi!)

Cavaradossi    – L’arte nel suo mistero...
                         Le diverse bellezze insiem confonde!
                         Ma nel ritrar costei...

Il Sagrestano  – (Queste diverse gonne
                        Che fanno concorrenza alle Madonne
                        Mandan tanfo d’inferno.)

 Cavaradossi  – Il mio solo pensiero!
                        Ah, il mio solo pensiero!
                        Tosca, sei tu!

Il Sagrestano  – (Scherza coi fanti e lascia stare i santi.
                        [...] Facciam piuttosto il segno della croce.)